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97° GIRO D'ITALIA
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IL GRAN FINALE DEL GIRO D'ITALIA: CIPOLLINI FA IL POKER ED ONORA LA 'ROSA' DI SIMONI .....
IL GIRO 2002 a PAOLO SAVOLDELLI...
GIRO 2003  vince Gilberto Simoni
IL GIRO FOTOGRAFATO DA MICHELE LUGERI...
apri il Giro 2005
il GIRO 2006
GIRO 2008 1 2 3
IL GRAN FINALE  DEL GIRO DEL CENTENARIO A ROMA
IL GIRO DEL RISCATTO DI  IVAN BASSO
IL 2° GIRO DI ALBERTO CONTADOR
IL GIRO DI RYDER HESJEDAL
Giro d'Italia 2013
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'ALBO D'ORO
L'albo d'oro del Giro d'Italia 2014
1909 Luigi GANNA (Ita) 1966 Gianni MOTTA (Ita)
1910 Carlo GALETTI (Ita) 1967 Felice GIMONDI (Ita)
1911 Carlo GALETTI (Ita) 1968 Eddy MERCKX (Bel)
1912 a squadre: ATALA (Ita) 1969 Felice GIMONDI (Ita)
1913 Carlo ORIANI (Ita) 1970 Eddy MERCKX (Bel)
1914 Alfonso CALZOLARI (Ita) 1971 Gosta PETTERSON (Sve)
1919 Costante GIRARDENGO (Ita) 1972 Eddy MERCKX (Belgio)
1920 Gaetano BELLONI (Ita) 1973 Eddy MERCKX (Belgio)
1921 Giovanni BRUNERO (Ita) 1974 Eddy MERCKX (Belgio)
1922 Giovanni BRUNERO (Ita) 1975 Fausto BERTOGLIO (Ita)
1923 Costante GIRARDENGO (Ita) 1976 Felice GIMONDI (Ita)
1924 Giuseppe ENRICI (Ita) 1977 Michel POLLENTIER (Bel)
1925 Alfredo BINDA (Ita) 1978 Johan DE MUYNCK (Bel)
1926 Giovanni BRUNERO (Ita) 1979 Giuseppe SARONNI
1927 Alfredo BINDA (Ita) 1980 Bernard HINAULT (Fra)
1928 Alfredo BINDA (Ita) 1981 Giovanni BATTAGLIN (Ita)
1929 Alfredo BINDA (Ita) 1982 Bernard HINAULT (Fra)
1930 Luigi MARCHISIO (Ita) 1983 Giuseppe SARONNI (Ita)
1931 Francesco CAMUSSO (Ita) 1984 Francesco MOSER (Ita)
1932 Antonio PESENTI (Ita) 1985 Bernard HINAULT (Fra)
1933 Alfredo BINDA (Ita) 1986 Roberto VISENTINI (Ita)
1934 Learco GUERRA (Ita) 1987 Stephen ROCHE (Irl)
1935 Vasco BERGAMASCHI (Ita) 1988 Andrew HAMPSTEN (U.S.A.)
1936 Gino BARTALI (Ita) 1989 Laurent FIGNON (Fra)
1937 Gino BARTALI (Ita) 1990 Gianni BUGNO (Ita)
1938 Giovanni VALETTI (Ita) 1991 Franco CHIOCCIOLI (Ita)
1939 Giovanni VALETTI (Ita) 1992 Miguel INDURAIN (Spa)
1940 Gino BARTALI (Ita) 1993 Miguel INDURAIN (Spa)
1946 Gino BARTALI (Ita) 1994 Eugeni BERZIN (Rus)
1947 Fausto COPPI (Ita) 1995 Tony ROMINGER (Svi)
1948 Fiorenzo MAGNI (Ita) 1996 Pavel TONKOV (Rus)
1949 Fausto COPPI (Ita) 1997 Ivan GOTTI (Ita)
1950 KOBLET Hugo (Svi) 1998 Marco PANTANI (Ita)
1951 Fiorenzo MAGNI (Ita) 1999 Ivan GOTTI (Ita)
1952 Fausto COPPI (Ita) 2000 Stefano GARZELLI (Ita)
1953 Fausto COPPI (Ita) 2001 Gilberto SIMONI (Ita)
1954 Carlo CLERICI (Svi) 2002 Paolo SAVOLDELLI (Ita)
1955 Fiorenzo MAGNI (Ita) 2003 Gilberto SIMONI (Ita)
1956 Charly GAUL (Lux) 2004 Damiano CUNEGO (Ita)
1957 Gastone NENCINI (Ita) 2005 Paolo SAVOLDELLI (Ita)
1958 Ercole BALDINI (Ita) 2006 Damiano CUNEGO (Ita)
1959 Charly GAUL (Lux) 2007 Danilo DI LUCA (Rus)
1960 Jacques ANQUETIL (Fra) 2008 Alberto CONTADOR (Spa)
1961 Arnaldo PAMBIANCO (Ita) 2009 Denis MENCHOV (Rus)
1962 Franco BALMAMION (Ita) 2010 Ivan BASSO (Ita)
1963 Franco BALMAMION (Ita) 2011 Alberto CONTADOR
1964 Jacques ANQUETIL (Fra) 2012 Ryder HESJEDAL (Can)
1965 Vittorio ADORNI (Ita) 2013 Vincenzo NIBALI (Ita)

Cenni storici sul Giro d'italia

Dal programma ufficiale:

Di tutti gli eventi proposti da La Gazzetta dello Sport in oltre un secolo di storia il Giro d'Italia è quello di maggior rilievo. Per tutti il Giro è "la festa di maggio", come lo definì Bruno Raschi, uno dei cantori del ciclismo. La corsa rosa monopolizza l'attenzione ge-nerale fra metà maggio e la prima settimana di giugno. Circa 6 milioni di spettatori si accalcano ogni giorno sulle strade al passaggio dei corridori e quasi 43 milioni di italiani si godono la corsa in Tv. Il Giro, col succedersi delle edizioni, cresce al punto di divenire una "città viaggiante" che ormai ingloba circa 1700 persone, tutti addetti ai lavori. Il seguito del Giro è uno spettacolo variopinto, con non meno di 700 automezzi in rappresentanza di organi di stampa, televisione, fotografi, squadre, servizi di assistenza tecnica, per tacere dei mezzi multiforme e multicolore della carovana pubblicitaria che - seguendo lo stesso percorso della tappa - precede di circa un'ora i corridori.

GLI ALBORI

La vocazione organizzativa de La Gazzetta dello Sport si manifesta sin dagli albori del giornale, nato il 2 aprile 1896 dalla fusione fra "Il Ciclista" e "La Tripletta". Il primo numero reca in prima pagina un riquadro con l'annuncio della Milano-Monza-Lecco-Erba gara ciclistica organizzata dal giornale. All'origine bisettimanale, la Gazzetta diviene trisettimanale in occasione del primo Giro d'Italia (1909) e quotidiana per l'edizione del 1913. Il giornale è di colore rosa dal primo numero del 1899. Il 7 agosto 1908 La Gazzetta dello Sport annuncia in prima pagina lo svolgimento del 1° Giro d'Italia per il 1909, battendo sul tempo Il Corriere della Sera che stava proget-tando un giro ciclistico dopo il successo di quello automobilistico di cui era il promotore. Con eleganza e stile il Corriere replicò alla Gazzetta offrendo al vincitore del Giro un premo di 3.000 lire. Il primo Giro d'Italia parte il 13 maggio 1909 alle 2:53 del mattino dal rondò di Loreto, a Milano. Le tappe sono 8 per un totale di 2448 chilometri e 127 sono i concorrenti, dei quali solo 49 giungono a Milano. Le notizie della corsa, vinta da Luigi Ganna, pervengono a Milano attraverso dispacci telegrafici che l'organizzazione appende dentro le vetrine della Lancia-Lyon Peugeot, in Piazza Castello, mentre i pochi che possiedono il telefono possono informarsi chiamando il 33.68. Luigi Ganna, primo vincitore del Giro, guadagna 5.325 lire, l'ultimo classificato 300 lire. Un confronto utile viene dallo stipendio di Armando Cougnet, Direttore del Giro (e amministratore del giornale oltre che capo redattore della rubrica ciclismo) che percepiva 150 lire al mese.

LA MAGLIA ROSA E LE ALTRE MAGLIE

Nel 1931 viene istituita la maglia rosa - colore distintivo del giornale - quale simbolo del primato in classifica. Il primo a indossarla è Learco Guerra, vincitore della tappa inaugurale del 19° Giro d'Italia, la Milano-Mantova. Al 1933 risale il primo Gran Premio della Montagna, con quattro salite che assegnano punti. Alfredo Binda ne è il dominatore, transita primo in vetta a tutte. A partire dal 1974 la maglia della speciale classifica del G.P.M. è di colore verde. La classifica a punti viene istituita nel 1966. Dal 1967 al 1969 il capo-classifica veste la maglia rossa, quindi - dal 1970 - la classifica a punti corrisponde alla maglia ciclamino. Nel 1989 viene istituito l'Intergiro e i premi al passaggio dell'Intertappa si conteggiano per la classifica generale a punti.

UNA REGINA E UN TIRANNO

Il Giro d'Italia annota anche una regina, protagonista negli anni Venti: Alfonsina Strada fa scalpore quando il direttore della Gazzetta dello Sport, Emilio Colombo, annuncia che in gara contro i maschi, al Giro, ci sarà anche lei. Era il 1925. Parte col numero 72, per cadute e vicissitudini finisce fuori tempo massimo, ma prosegue senza numero e raggiunge ugualmente Milano, concludendo il Giro fra gli applausi. Un altro episodio che in quegli anni fa scalpore ha invece come protagonista un uomo: Alfredo Binda. Dopo aver vinto con facilità il Giro in quattro edizioni consecutive (dal 1926 al 1929) viene invitato a rimanere a casa per manifesta superiorità. Nel 1930 percepirà, per non correre, il premio (22.500 lire) che avrebbe guadagnato in caso di vittoria.

I PATRON

Dalle origini e sino al 1948 Armando Cougnet è la figura chiave del Giro d'Italia, l'autentico patron. Gli succede Vincenzo Torriani, cresciuto alla sua scuola dal 1946. Torriani reggerà le sorti del Giro sino al 1992 ma dal 1989, causa le sue non eccellenti condizioni di salute, Carmine Castellano riceve la più ampia delega a procedere. Angelo Zomegnan, eminente giornalista della Gazzetta dello Sport, e' stato responsabile dell'organizzazione della corsa rosa.

LO SPETTACOLO E I MEDIA

Nel 1923, a testimoniare l'eco che il Giro suscita, entra in scena la cinematografia, per le riprese degli arrivi. Tutto senza sonoro, all'i-nizio. Negli anni Trenta l'interesse per il ciclismo e per il Giro fa scendere in campo i cinegiornali che allo "sport del pedale" de-dicano sempre maggiore attenzione. Nel 1947 Radio Rai si aggrega al Giro e la trasmissione tecnico-sportiva viene affiancata da un varietà: il dopocena è riservato a "Il Girino Innamorato". Nel 1949 la rivista del dopo corsa si intitola "Il Giringiro" durante il quale ogni sera la voce della maglia rosa sussurrava la "buonanotte girini". Il 36° Giro (1953) dopo le trasmissioni sperimentali dell'anno prima, vive la prima diretta televisiva, mentre il 1954 coincide con le prime interviste radiofoniche ai raduni di partenza. Il 1963 segna l'avvento de "Il Processo alla Tappa", condotto da Sergio Zavoli, una trasmissione di grande successo replicata negli anni più recenti. Grazie ai diritti tv ceduti a emittenti straniere, il Giro ha non meno di 100 milioni di contatti giornalieri in tutto il mondo. L' ultima edizione, ha fatto registrare in Italia uno share medio del 31.39% (oltre un televisore su tre era sintonizzato sul Giro durante le 2 ore della diretta su Rai 3). Il Giro ha visto 933 giornalisti accreditati, in rappresentanza di 492 testate internazionali.

LE GRANDI RIVALITÀ

Il ciclismo, e il Giro d'Italia, vivono di grandi rivalità sin dalle origini. La prima figura di eroe dominante è Costante Girardengo, meglio noto come "l'omino di Novi", cui si oppone il francese Henry Pelissier. Terzo incomodo Tano Belloni. Negli anni Venti tramonta la stella di Pelissier, prontamente sostituito da Alfredo Binda che porta nel ciclismo una nota di eleganza e il tifo delle donne. Binda, il suonatore di cornetta della banda di Cittiglio, genera modernità e congiunge due epoche. Con Girardengo non parla, si limita a staccarlo, sempre, in salita. Binda è bravo e fortunato perché l'avversario che potrebbe dargli noia, il friulano Ottavio Bottecchia, è costretto a emigrare in Francia in quanto è inviso ai patron delle Case italiane. E Oltralpe si farà valere, vincendo il Tour de France nel '24 e nel '25. Learco Guerra, mantovano, formidabile passista, meglio noto come "la locomotiva umana" è l'avversario del Binda di fine carriera, nei primi anni Trenta, con Giuseppe Olmo guastafeste. Guerra è amato da tutti per il sorriso aperto e il fare "alla mano" ma anche per le sue qualità atletiche. Nel 1935 spunta la stella di Gino Bartali, "il pio", destinato a dominare a lungo la scena. Il toscano imperversa sino al 1940 quando la Legnano, per la quale gareggia, ingaggia l'avversario più temibile. Fausto Coppi, giovane promessa, fa centro al primo colpo, vince il primo dei suoi cinque Giri proprio a spese del suo capitano, Bartali, che mai gli perdonerà l'affronto. Alla ripresa dopo la guerra, nel 1946, Bartali ha ragione del rivale. Coppi si rifarà negli anni dispari ('47, '49 e '53) aggiungendo una perla pari, nel '52. Secondo un collaudato copione nella rivalità Bartali-Coppi si inserisce Fiorenzo Magni, "il terzo che gode", toscano capace di vincere ben tre Giri d'Italia, nonostante le ridotte attitudini in salita. Per ritrovare altri duelli epici bisogna aspettare le rivalità fra Adorni e Gimondi e fra Gimondi e Motta, ma l'avvento di Merckx, un asso pigliatutto, mortifica le ambizioni di molti avversari. L'ultima rivalità è quella fra Moser e Saronni, che vede, per la prima volta, il tifo orga-nizzato in club. Francesco Moser assomma sino a 53 mila appassionati nel suo magico 1984, anno che annota il doppio primato dell'ora in Messico, la vittoria nella Milano-Sanremo e, dopo tanti tentativi infruttuosi, il successo nel Giro d'Italia, grazie al quale il trentino accorcia le distanze (Saronni aveva vinto il Giro nel 1981 e nel 1983).

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La più grande collezione di maglie rosa al mondo

al Museo del Ghisallo, nel segno di Magni

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Museo del Ghisallo, Magreglio (Como), 27 ottobre 2012 - Due anni di gesti nobili, disinteressati, di donazioni di maglie rosa, ben 50, confortano Giro for Ghisallo, l’iniziativa del Giro d’Italia e di Rcs Sport rivolta ad assemblare presso il Museo del Ghisallo, a un passo dal Santuario dedicato al ciclismo, la più grande collezione dei simboli del primato nella Corsa Rosa. Un traguardo che tutti avrebbero voluto tagliare in compagnia di Fiorenzo Magni, grande ispiratore e presidente del Museo, che a Giro for Ghisallo aveva dato il primo impulso donando le sue maglie rosa. E aveva indotto, con la sua personalità, campioni amici a emularlo.

I gesti di generosità sono andati oltre i grandi nomi che l’hanno indossata e si sono moltiplicati nel tempo, nella logica della riconoscenza. Le donazioni sono venute da corridori illustri ma anche da gregari che ne hanno indossata una sola in carriera e se ne sono ugualmente privati. E poi da semplici tifosi, giornalisti, organizzatori di ciclismo.

Da ultimo il cavalier Pietro Santini che ha posto la classica ciliegina sulla torta. La 50a maglia donata viene da lui, è una maglia di Gilberto Simoni del Giro 2003.

Il presupposto di Giro for Ghisallo è rimasto intanto, nella sua semplice formulazione, enunciata alla vigilia del Giro di Lombardia 2010: «Il ciclismo ti ha dato tanto, è tempo di ricompensarlo». Dall’inizio il progetto prevede il versamento al Museo del Ghisallo di 500 euro da parte del Giro d’Italia per ogni maglia donata. Il supporto al Museo è stato sin qui consistente, pari a 25 mila euro.

Ogni maglia della collezione reca una targa con l’anno di riferimento, il nome del corridore che l’ha indossata, il nome del donatore e una dedica. I donatori sono stati omaggiati con cenni su La Gazzetta dello Sport e Sportweek oltre a comparire diffusamente su http://giroforghisallo.gazzetta.it, il blog dedicato all’iniziativa, e sull’account di facebook, molto partecipato e alle soglie dei 5000 fan: www.facebook.com/giroforghisallo

In cerca delle maglie, con incarico ufficiale a rappresentare il Museo, si sono cimentati Federico Meda e Davide Secchi che non si sono mai arresi alle difficoltà.

Rispetto al periodo di riferimento, la prima maglia rosa su assegnata nel 1931, la indossò Learco Guerra al termine della Milano-Mantova tappa d’esordio di quel Giro, le 50 che sono state reperite riguardano tutte le decadi. La caccia ha come intento finale di reperire almeno una maglia rosa per ciascuna delle 77 edizioni che l’hanno contemplata. Ce ne sono 6 degli anni Trenta e Quaranta, 11 degli anni Cinquanta e Sessanta, 11 dei Settanta e Ottanta e 22 delle ultime due decadi.

La collezione di maglie rosa al Museo, oltre ad allietare i visitatori, consentirà eventi promozionali e rassegne itineranti. In quanto collezione di opere d’arte da oggi è patrimonio di tutti.

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Il dettaglio degli anni e delle maglie (tra parentesi il dettaglio dei donatori):

Ivan Basso (Basso, 2010), Paolo Bettini (Bettini, 2005), Andrea Noè (Noè, 2007), Fiorenzo Magni (Magni, 1948/51/55), Ivan Gotti/Molteni (Gotti, 1999), Giorgio Cimurri (De Filippis, 1957), Pietro Illarietti (Chioccioli, 1991), Piergiovanni Sciascia (Contador, 2008), Stefano Diciatteo (Di Luca, 2007), Pierangelo Meroni (Visentini, 1986), Renzo Zanazzi (Zanazzi, 1947), Renato Di Rocco (Contador, 2008), Paolo Savoldelli (Savoldelli, 2006), Alfredo Martini (Petterson, 1971), Aldo Colombo (Simoni, 2001), Pasquale Golia (Menchov, 2009), Moreno Argentin (Argentin, 1993), Luca Fornara (Pasquale Fornara, 1956), Giovanni Visconti (Visconti, 2008), Renzo Bordogna (Casagrande, 2000), Francesco Moser (Moser, 1984), Franco Bitossi (Bitossi, 1970), Natale Maderna (Bugno, 1990), Alberto Contador (Contador, 2011), Loriano Gragnoli (Battaglin, 1981), Silvano Contini (Contini, 1983), Pietro Algeri (Tonkov, 1996), Massimo Podenzana (Podenzana, 1988), Angelo Morlin (Visentini, 1979), Famiglia Valetti (Valetti, 1939), Vittorio Castelli (Indurain, 1992), Giuseppe Minardi (Minardi, 1954), Bruno Mealli (Mealli,1965), Eugeni Berzin (Berzin, 1994), Giovanna Pettinati (Pettinati, 1958), Fabrizio Delmati (Saronni, 1985), Famiglia Bernacchi (Bernacchi, 1937), Maria Luisa Cioni Leoni (Leoni, 1949), Giorgio Zancanaro (Zancanaro, 1967), Ryder Hesjedal (Hesjedal, 2012), Gianni Motta (Motta, 1966), Stefano Meco (Cunego, 2004), Anna Ronchini (Ronchini, 1963), Silva Bargamaschi (Bergamaschi, 1935), Ercole Baldini/Franco Bestetti (Baldini, 1958), Marino Vigna (Merckx, 1968), Rcs Sport (Menchov 2009), Pietro Santini (Simoni, 2003).

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Lo Stilista Inglese PAUL SMITH disegna le maglie di leader del GIRO D’ITALIA

Milano, 14 gennaio 2013 – Paul Smith, il famoso stilista britannico, è stato invitato da RCS Sport a disegnare le maglie di leader delle classifiche individuali del Giro d’Italia 2013. Conosciuto nel mondo per la sua “estetica creativa”, Paul Smith ha disegnato le quattro maglie, partendo dall’ambitissima Maglia Rosa, simbolo del primato in classifica generale.

Nell’ambito della Settimana della Moda, lo show room milanese di Paul Smith è stato questa sera il punto di ritrovo per giornalisti provenienti da tutto il mondo, appassionati ed esperti di moda che hanno potuto così apprezzare l’iniziativa di RCS Sport di coinvolgere Paul Smith in questo affascinante progetto, dopo l’incontro avvenuto durante il Giro d’Italia 2011 nella tappa con arrivo a Tirano.

A proposito del suo coinvolgimento Paul Smith ha dichiarato: “Essendo io stesso, ormai da molti anni, un grandissimo appassionato di ciclismo, è stato per me un assoluto privilegio ricevere questo invito a disegnare la quattro Maglie del Giro d’Italia”.

La Maglia Rosa (sponsorizzata da Balocco) viene indossata dal leader della classifica generale individuale a tempi. La Maglia Rossa invece va al leader della classifica generale individuale a punti ed è sponsorizzata da Italo. La Maglia Blu, sponsorizzata da Banca Mediolanum, è il simbolo del primato nella classifica dei gran premi della montagna e, infine, la Maglia Bianca è indossata dal miglior giovane nella classifica generale individuale e sarà sponsorizzata da F.lli Orsero. Tutte le maglie del Giro d’Italia, che per il diciassettesimo anno consecutivo saranno prodotte dal Santini Maglificio Sportivo, acquisiscono così un tocco di originalità e ricercatezza degne dei più preziosi capi di abbigliamento non solo sportivo.

Oltre alla firma dello stilista britannico, presente sul colletto delle Maglie, sarà presente anche il bordino multi stripe sulla manica sinistra quale “marchio di fabbrica” di Paul Smith.

Nella parte interna del colletto della Maglia Rosa vi sarà inoltre la dedica a Fiorenzo Magni, l’indimenticato campione, scomparso lo scorso dicembre, che tanto ha dato al ciclismo italiano e al Giro d’Italia.

Il Giro d’Italia è una corsa ciclistica a tappe organizzata da RCS Sport per conto de La Gazzetta dello Sport, a cui prendono parte circa 200 atleti provenienti da tutto il mondo, giunta quest’anno alla 96a edizione e corsa per la prima volta nel 1909.

Il prossimo 4 maggio ci sarà la Grande Partenza da Napoli, che porterà gli atleti a sfidarsi in 21 frazioni (23 giorni totali di gara compresi in due giorni di riposo) per poi concludersi il 26 maggio a Brescia. Nel 2012 vinse il canadese Ryder Hesjedal.

Il Giro d’Italia rappresenta la punta dell’iceberg delle corse ciclistiche organizzate da RCS Sport: Milano – Sanremo, Il Lombardia, Tirreno – Adriatico, Strade Bianche, e il Giro del Lazio sono infatti gli atri eventi ciclismo internazionali RCS Sport.

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Dichiarazioni di Paul Smith

“Ho iniziato a pedalare quando avevo 12 anni e ho corso in bici fino a 18. Un grave incidente mi costrinse poi a passare alcuni mesi in ospedale. Dopo questo periodo, scoprii il mondo della creatività, del design e della moda e da lì ebbe inizio la mia carriera che, fortunatamente, mi ha portato a dove sono oggi.

In tutti questi anni non ho mai smesso di seguire il ciclismo e questo mi ha portato a costruire amicizie con campioni del calibro di Bradley Wiggins, Mark Cavendish, David Millar e molti altri. Conservo una grande collezione di maglie da ciclista fin dagli anni 70, tutte rigorosamente firmate dai campioni.

Per queste ragioni, è per me davvero un grande onore poter disegnare le quattro Maglie del Giro e spero che l’approccio di semplicità da me applicato venga apprezzato da tutti; mettendo i bordini rossi alla Rosa, cercando di “pulire” e semplificare quanto più possibile ho cercato di trasferire un po’ del ciclista che è in me nelle maglie

Dichiarazioni di Marco Gobbi Pansana, responsabile marketing area ciclismo RCS Sport

“Una soddisfazione indescrivibile. Un ulteriore riconoscimento che il Giro d’Italia oltre ad essere un evento sportivo di primissimo piano, è anche e sempre più un brand leader nel panorama sportivo mondiale, punto di riferimento assoluto per la sua capacità di coniugare i valori di tradizione e storia che lo fondano, con l’apertura all’innovazione ed alla sperimentazione che ne tracciano l’evoluzione future.”

“Lo scorso 27 maggio, in occasione del Grande Arrivo del Giro a Milano, ho accompagnato Sir Paul alla scoperta del backstage della Corsa Rosa. All’invidiabile lucidità e competenza delle sue domande faceva da contraltare la passione e il trasporto del suo muoversi frenetico quasi a volere assorbire emozioni e sensazioni che si respirano in quello che è un giorno di trionfo e di festa. Dopo quella giornata mi è stato chiaro che il sogno di far disegnare a Sir Paul la nostra icona, la Maglia Rosa, sarebbe potuto diventare presto realtà.”

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Biografia Paul Smith

Paul Smith è il più eminente stilista britannico. È riconosciuto per il suo spirito creativo che combina tradizione e modernità. Famoso per i suoi capi di abbigliamento e accessori, Paul Smith si è specializzato nell’utilizzo di artigianato, inventiva e design all’avanguardia per creare articoli molto curati, desiderabili e moderni.

Paul Smith è uno sperimentatore e un degno rappresentante dei trends britannici e internazionali. Con una passione per l’ecclettico e combinazioni di modelli e di colori ravvicinati fra loro, Paul Smith esprime, con gusto, una vera estetica contemporanea.

Paul Smith è molto amato nel mondo – fra i suoi clienti si trovano dalle comunità studentesche ad attori di Hollywood fino a pop star e dirigenti di grandi aziende. Fin dalla sua origine in una piccola bottega di Nottingham, in Inghilterra, nel 1970, Paul Smith è cresciuto enormemente fino a raggiungere i cinque continenti. Partito da una sola collezione uomo, il suo business conta oggi ben 12 collezioni per uomo, donna e bambino, incluse calzature, accessori, profumi, accessori per la casa e jeans.

Paul Smith ha boutique in tutto il mondo – Londra, Parigi, New York, Hong Kong e Tokio – ed espone quattro volte all’anno sulle passerelle di Londra e Parigi.

Nonostante tutta questa incredibile crescita, la curiosità, la qualità e l’autenticità di Paul Smith sono rimaste invariate.